Friday, July 23, 2010


A SETTEMBRE E OTTOBRE INIZIANO I NUOVI CORSI PER DIVENTARE VOLONTARIO DELLA CROCE ROSSA ITALIANA, PRESSO IL COMITATO LOCALE DI PAVIA.

Per informazioni ed iscrizioni:
Compilare il form sul sito http://www.vdscripavia.it/web/ nella sezione contatti - servizio ricontattami e si verrà richiamati; oppure telefonare presso la sede della Croce Rossa di Pavia (0382/472352), assicurandosi di lasciare nome, cognome, numero di telefono ed mail!

DAI 14 ANNI, FINCHE' HAI FORZA E VOLONTA', VIENI CON NOI. DIVENTA ANCHE TU VOLONTARIO DELLA
CROCE ROSSA ITALIANA
Arriva l'estate e si pensa alle vacanze, ma noi vogliamo metterti un piccolo "tarlo" in testa: chi garantisce la tua sicurezza nelle tue vacanze? Chi è pronto nei luoghi di soggiorno, lunghe le strade dell'esodo, ma anche nelle città svuotate, per chi resta? Un mondo, un mondo fatto di cittadini come Te, che dedicano parte del loro tempo a favore degli altri, assolvendo a un dovere morale e civico, di mutuo soccorso e di reciproca assistenza. Queste persone sono i VOLONTARI.
Quando farai rientro dalle tue brevi o lunghe vacanze e la vita riprenderà il suo normale giro, anche lì ci saranno persone pronte ad intervenire e capaci di assistere, allora rifletti: cosa ha più bisogno questo "esercito" di persone per poter operare con continuità e bene?
Ha bisogno di Te! Ha bisogno del Tuo aiuto! Ha bisogno del Tuo sostegno! Ha bisogno della Tua partecipazione!
Una volta si diceva "entra in Marina e girerai il mondo", oggi entrando nella Croce Rossa Italiana, come Volontario delle Componenti Civili o di quelle Ausiliarie alle Forze Armate, non solo potrai anche girare il mondo, ma potrai conoscere un mondo di persone.
Dopo le Tue vacanze, il prossimo Settembre e Ottobre, nelle sedi territoriali dellla Croce Rossa Italiana, ì in tutt'Italia, avranno avvio gli stagionali Corsi di Ingresso al Volontariato civile in CRI,per far parte della Rete Territoriale dell'Associazione, a cui si può accedere, sia che si sia italiani, o che si sia stranieri (se soggiornanti regolarmente in Italia), e purchè si abbia compiuto i 14 anni. Nello stesso tempo, se invece si vuole far parte delle Componenti Ausiliarie CRI alle FF.AA, avranno inzio gli Anni Accademici, dei corsi per diventare Infermiera Volontaria CRI, e gli arruolamenti nel Corpo Militare CRI.
Le attività di volontariato nella Croce Rossa Italiana, sono molteplici, differenziate per attitudine, esigenza del territorio e disponibilità del volontario, ruotano comunque a grandi aree:
- le Attività Socio Assitenziali verso gli strati più deboli e vulnerabili della popolazione;
- la Protezione civile sia in Italia che all'estero;
- il Pronto Soccorso e il trasporto degli infermi con autambulanza e mezzi specifici;
- l'Educazione dei giovani e della popolazione in genere, ai principi della solidarietà, della salute e del soccorso e della mutua assistenza;
- la raccolta e l'educazione alla Donazione del Sangue;
gli Interventi Umanitari all'estero;
- la Difesa Civile;
- i Servizi Sanitari ausiliari alle Forze Armate, sia in Italia che all'estero.
Diventare volontario della Croce Rossa Italiana, significa di certo anche sacrificare una parte del proprio tempo in favore di altri, ma anche di se stessi, perchè nell'aiutare chi soffre, il cittadino che si fa volontario, cresce e matura, non solo in termini di sensibilità, ma anche di coscienza civica.
Chi aderisce alla Croce Rossa, non viene a far parte solo di una Associazione locale di scopo, ma come detto di un mondo internazionale, che veramente ti da anche la possibiltà di conscere cose nuove e di rivedere cose vecchie con una focale diversa, aiutando chi soffre e chi ha bisogno di aiuto.
Siamo in 187 Paesi del Mondo, parliamo una babele di lingue e di idiomi, abbiamo colori della pelle diversi tra di noi e apparteniamo a razze e religioni diverse, ma da 150 anni ci riconosciamo nel mondo unitì dai nostri simboli di protezione e neutralità la Croce Rossa, la Mezzaluna Rossa e il Cristallo Rosso.
Pensaci: vogliamo essere il "tarlo nella tua testa" per questa estate.
Vieni con noi! Diventa anche Tu un Volontario della Croce Rossa Italiana.

Sunday, March 21, 2010

Benvenuta primavera (giornata di pioggia)

La pioggia nel pineto

Taci. Su le soglie
del bosco non odo
parole che dici
umane; ma odo
parole più nuove
che parlano gocciole e foglie
lontane.
Ascolta. Piove
dalle nuvole sparse.
Piove su le tamerici
salmastre ed arse,
piove sui pini
scagliosi ed irti,
piove su i mirti
divini,
su le ginestre fulgenti
di fiori accolti,
su i ginepri folti
di coccole aulenti,
piove su i nostri volti
silvani,
piove su le nostre mani
ignude,
su i nostri vestimenti
leggeri,
su i freschi pensieri
che l'anima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri
t'illuse, che oggi m'illude,
o Ermione.

Odi? La pioggia cade
su la solitaria
verdura
con un crepitio che dura
e varia nell'aria secondo le fronde
più rade, men rade.
Ascolta. Risponde
al pianto il canto
delle cicale
che il pianto australe
non impaura,
né il ciel cinerino.
E il pino
ha un suono, e il mirto
altro suono, e il ginepro
altro ancora, stromenti
diversi
sotto innumerevoli dita.
E immensi
noi siam nello spirito
silvestre,
d'arborea vita viventi;
e il tuo volto ebro
è molle di pioggia
come una foglia,
e le tue chiome
auliscono come
le chiare ginestre,
o creatura terrestre
che hai nome
Ermione.

Ascolta, Ascolta. L'accordo
delle aeree cicale
a poco a poco
più sordo
si fa sotto il pianto
che cresce;
ma un canto vi si mesce
più roco
che di laggiù sale,
dall'umida ombra remota.
Più sordo e più fioco
s'allenta, si spegne.
Sola una nota
ancor trema, si spegne,
risorge, trema, si spegne.
Non s'ode su tutta la fronda
crosciare
l'argentea pioggia
che monda,
il croscio che varia
secondo la fronda
più folta, men folta.
Ascolta.
La figlia dell'aria
è muta: ma la figlia
del limo lontana,
la rana,
canta nell'ombra più fonda,
chi sa dove, chi sa dove!
E piove su le tue ciglia,
Ermione.

Piove su le tue ciglia nere
sì che par tu pianga
ma di piacere; non bianca
ma quasi fatta virente,
par da scorza tu esca.
E tutta la vita è in noi fresca
aulente,
il cuor nel petto è come pesca
intatta,
tra le palpebre gli occhi
son come polle tra l'erbe,
i denti negli alveoli
son come mandorle acerbe.
E andiam di fratta in fratta,
or congiunti or disciolti
( e il verde vigor rude
ci allaccia i melleoli
c'intrica i ginocchi)
chi sa dove, chi sa dove!
E piove su i nostri volti
silvani,
piove su le nostre mani

ignude,
su i nostri vestimenti
leggeri,
su i freschi pensieri
che l'anima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri
m'illuse, che oggi t'illude,
o Ermione.

Sunday, March 07, 2010

Una settimana....

... o per la precisione, 5 giorni lavorativi.... 40 ore effettive.... tanto mi separa dalla fine di questa avventura a Brissago, in terra svizzera.
E quindi, come alla fine di ogni cosa, il bilancio è d'obbligo. Mettere nero su bianco quanto avvenuto ci permette di meglio osservarlo, di valutarlo, di razionalizzare e forse un giorno di ricordare.

Premessa fatta, ora tocca ai conti!
Non è stato un periodo facile, e questo è innegabile; è sotto gli occhi di tutti coloro i quali ogni giorno hanno sentito le mie parole: il senso di non appartenenza, la mancanza di "vita" e di "colore", mi hanno veramente portata al limite della mia sopportazione; ho temuto più e più volte di non trovare il coraggio di prendere il treno alla domenica sera e ritornare qui. Una prova di forza notevole, che ovviamente ha influito su di me e forse mi ha resa ancora più forte.... pur avendo dimostrato palesemente le mie debolezze: io che sempre sostenevo che la solitudine non era un terribile mostro.... ed invece... invece.... la solitudine non è un mostro se e solo se hai i mezzi per combatterla, per riempire il tempo e farlo trascorrere, impegnarsi in qualsiasi attività, piuttosto che rimanere fermi a guardare il tempo che scorre....

Cos'altro? Tutto quello che ho imparato qui. Tutto quello che ho potuto osservare. Tutto quello che ho potuto fare. Tutto quello che ho intravisto di poter fare in un futuro.
Quello che vorrei essere e soprattutto cosa non vorrei essere... Come non vorrei essere. Ho aperto gli occhi su come vorrei configurare la mia professione, su quali ambiti dirigere il mio sguardo e su cosa ancora - cosa molto importante - devo formarmi: ora so di cosa sono manchevole. E voglio rimediare.
Ho visto anche quello che come persona non vorrei mai sperimentare e nutro la profonda speranza che il futuro non riservi a me e a chi amo ciò che ho visto.

Ho imparato ancora una volta, ancora più intensamente, quanto sia difficile vivere... e ancora di più quanto sia difficile vivere dopo che la medicina ti ha salvato dalla morte, vivere dopo che qualcosa dentro si è rotto irrimediabilmente, vivere cercando di rimediare al danno fatto, vivere in attesa di morire.
Ho imparato con le mie mani che la malattia è terribilmente democratica, a tal punto che collide con i sistemi socio-assistenziali di cui questo Stato - e non solo questo Stato - si vanta. E' talmente sopra le parti, che non ti guarda in faccia, ma colpisce e basta!
E quanto incredibilmente sia difficile accettare tutto ciò...
E così, di fronte a questo fatto che ha i connotati di un assioma, il piccolo uomo, col suo Sistema Nervoso Centrale un po' barcollante, decide che lui ha diritto alla camera singola con vista sul lago, dato il costo del suo premio assicurativo; oppure decide che non è il caso di combattere e si lascia andare; oppure decide di doversi ritenere fortunato - "ho una seconda possibilità" si dice - e prova a cambiare; oppure si dice "è l'ultima opportunità che mi viene data" e prova a farla durare quanto più è possibile. Si conducono delle battaglie che hanno già, a lungo termine, la vittoria scritta - d'altro canto questo è il vero senso della vita, no? -; il nostro tentativo è far in modo che lo scontro duri quanto più a lungo possibile.

Qui ho imparato che un gesto ed uno sguardo hanno un valore incredibile: le solite parole, qualcuno dirà, i soliti moralismi..... quel qualcuno però non avrà visto lo sguardo di paura, lo sguardo di smarrimento negli occhi di un afasico che non comprende e non sa esprimersi, non ne capisce la ragione, non sa come venirne fuori. E allora lì scopriamo il potere di quella parola così strattonata che è EMPATIA.
Ho imparato che spesso il nostro cervello cade vittima di una tale condizione per cui anche le cose più semplici perdono di significato e diventano inconoscibili: avresti dovuto aspettartelo, mi direte, dopo 5 anni di università. E' vero, vi rispondo, ma un conto è leggere la definizione di agnosia, un conto è vedere un uomo che non è in grado più di riconoscere un bicchiere e non lo sa più usare.
Ed infine ho imparato che sporcarsi le mani, fa pensare. Che il confronto diretto con un altro che soffre, necessariamente impone una riflessione su se stessi e un confronto con le proprie idee e paure.

Ero una quasi fatalista prima di arrivare qui. Ora lo sono ancora di più. Possiamo fare ogni sforzo per cercare di preservare noi stessi, ma su certi aspetti non possiamo agire, non abbiamo controllo... è così difficile ammetterlo che preferiamo convincerci del contrario.

Lascio questo posto, così controverso; lascio questo luogo, così pieno di emozioni contrastanti; lascio questo paesino sul lago e la sua gente che non ho conosciuto.

Dentro di me la profonda convinzione di un cambiamento avvenuto. L'ennesimo. Il definitivo?


Thursday, February 25, 2010

Io sto dalla parte delle orche....

Che roba indegna!!! Chissà come mai fuori, nell'oceano, in mare aperto, le orche non si avventano sugli esseri umani... forse perché lì sono libere, libere e lontane dagli uomini, così come madre natura le ha create. Vorrei che vi soffermaste sulle dimensioni delle piscine nel quale sono costrette a vivere in questi parchi... non c'è da sorprendersi se poi un giorno una di esse comunica il suo grave disagio..... non chiamatele ASSASSINE! Assassini sono coloro i quali rinchiudono questi splendidi esseri in piccole vasche da bagno e poi hanno il coraggio di affibbiarli epiteti atti a risvegliare le pure ataviche dei singoli... giusto per fare in modo che i proventi degli incassi di questi pseudo-circhi aumentino!!!!! sono indignata!




Thursday, February 04, 2010

Gli infiniti orizzonti della frase di un burocrate....

Daniele docet: "Ogni contribuente è un puzzle da risolvere e incastrando ogni pezzo si ottiene la figura finale. Ma in alcuni casi si sono persi i pezzi e devi impazzire per trovarli!"

Interessante però come questa frase si adatti perfettamente anche ai pazienti neurologici: un evento a carico del SNC ha messo a soqquadro il quadro cognitivo.... e sta al riabilitatore ritrovare la giusta strada...

... interessante come questa frase si adatti perfettamente anche alle anime sperdute, a coloro i quali si sentono rotti dentro e devono ritrovare la strada verso "il senso unitario del sé"....

PS: Daniele, perdona l'appellativo nel titolo! ...

Wednesday, February 03, 2010

In fatigationi veritas


Ci sono giornate in cui la stanchezza ha il sopravvento su ogni nostra capacità, impedendoci di trovare soddisfazione anche in quelle attività che, di media, ci permettono di rilassarci: un buon libro, una bella conversazione, della musica accattivante, un film....

E' un periodo che la mia stanchezza ha il sopravvento su ogni cosa.... e soprattutto riesce a tirar fuori voglie inconsulte, come dolcezze e leccornìe, o desideri non esaudibili, come una bella spiaggia e il sole e il caldo....


D'altro canto forse lo stato di stanchezza è in grado di rivelare i nostri veri bisogni e le nostre necessità; qualcuno potrebbe dire che si tratta di semplici "capricci" o "voglia di attirare l'attenzione per farsi coccolare", e non sono tanto sicura da poter negare queste affermazioni.
D'altro canto la stanchezza è quell'elemento che permette ad una persona di rendersi conto che dopo una lunga e stressante giornata, pur dovendo essere serena perché per una volta tanto il frigorifero di casa sua sarà trasbordante di roba e potrebbe avere la possibilità di mangiare una semplice mela oppure di prepararsi un pasto luculliano (ha tutte le possibilità di scelta, l'eccezione di una serata!), tutto ciò di cui avrebbe bisogno sarebbe l'idea che quella sera, dopo una lunga giornata, ci fosse una presenza a casa, al quale chiedere un abbraccio; avrebbe bisogno di pura fisicità. Senza necessariamente delle parole di contorno......
Sarebbe interessante scoprire se quella stessa persona, nelle condizioni in cui la stanchezza ancora non ha preso il sopravvento, direbbe all'oggetto della sua recriminazione (la figura domiciliare assente!) il suo bisogno incessante di sentirsi stretta.... oppure se i freni inibitori dell'orgoglio, la pretesa di dire a se stessa "sono in grado di tollerare ancora", non le impedirebbero comunque di lanciarsi in un libero sfogo.

In una totale associazione libera, In fatigationi veritas!

Tuesday, January 19, 2010

Ὠκεανός


.... ci sono giorni in cui un uomo si sente così....

... così piccolo di fronte alla
caoticità che lo circonda,
all'ineluttabilità del fato,
alla democrazia della malattia,
alla gelosia,
all'ipocrisia,
all'amnesia degli altri,
all'indifferenza degli altri,
ai pensieri sensa senso,
alla sua stanchezza,
al senso di inadeguatezza,
al futuro,
al passato,
al senso di colpa,
all'amore,
a quello che vorrebbe essere,
a quello che è,
alle sue azioni,
ai suoi punti interrogativi,
ai silenzi che si impone,
ai silenzi che gli sono imposti,
alle grandi opere degli altri,
al suo corpo,
ai suoi sogni,
al suo senso di libertà,
alle catene mentali che si autoimpone,
alla sua ansia,
alle sue paure,
alle sue speranze,
al suo lavoro...

... a se stesso; a quel forte sentimento di essersi estraneo, di non conoscersi.
Un giorno un uomo si scopre diverso da com'era....
... e quell'oceano, che senza briglie si muove incontrastato, lo sormonta. Un'onda dietro l'altra.